
L’uomo senza il quale la nave …
Al limite estremo
di Joseph Conrad
“E non ce n’era una fra tutte quelle navi che vedeva vicine e lontane che non avesse un uomo, l’uomo senza il quale la nave più bella è una cosa morta, un pezzo di legno galleggiante senza scopo.”
Conrad, ancora giovane, scriveva questa nota prima che il racconto fosse pubblicato: “Al limite estremo è un racconto di vita di mare di tipo un po’ speciale; e la cosa più personale che posso dire al riguardo è questa: proprio perché ho vissuto appieno quella vita in mezzo agli uomini ai pensieri e alle sensazioni che di quella vita fanno parte mi è stato possibile senza la minima apprensione in tutta sincerità di cuore e pace della coscienza concepire l’esistenza della personalità del capitano Whalley e riferire la vicenda della sua fine.“
Al limite estremo (The End of the Tether) è un racconto dello scrittore di lingua inglese Joseph Conrad scritto nel 1902, apparso per la prima volta lo stesso anno a puntate sul Blackwood’s Magazine.
Un inno alla dignità umana, senza sentimentalismo e senza retorica, alla facoltà di aggrapparsi a quel timone e perseguire nell’unica via che il destino non può precludere: la fedeltà a sé stessi.
Conrad stesso scrisse: “Dubito molto che rileggerò mai “Al limite estremo”. Non c’è bisogno che dica di più. Si concilia meglio con i miei sentimenti separarmi dal capitano Whalley in affettuoso silenzio.”
Immagine: Den røde redningsbåd sejler ud (Studie) di Michael Peter Ancher (1849 – 1927) – Danish painter

