… le ricette

O rraù.
‘O rraù ca me piace a me 
m’ ‘o ffaceva sulo mammà. 
A che m’aggio spusato a te, 
ne parlammo pè ne parlà. 
Io nun sogno difficultuso; 
ma luvàmell”a miezo st’uso. 
Sì, va buono: cumme vuò tu. 
Mò ce avèssem’ appiccecà? 
Tu che dice? Chest’è rraù? 
E io m’a ‘o mmagno pè m’ ‘o mangià… 
M’ ‘a faje dicere na parola? 
Chesta è carne c’ ‘a pummarola.
 Eduardo De Filippo

Gustare un cibo o una bevanda trattenendola in bocca per sentirne a lungo il sapore e rendere più piacevole la sensazione.
Sinonimi: assaggiare, gustare, degustare, sorseggiare, godere.

La grande letteratura ti fa assaporare la vita. Colori, fragranze, passioni, e persino sensazioni tattili e olfattive, se un libro è un buon libro, riescono a oltrepassare il mero piano della parola e arrivare, quasi fisicamente, alle orecchie e al corpo del lettore.

Ma altre volte è la stessa cucina che diventa letteratura e che ci permette di assaporare la vita.

La Bibbia nel Cantico dei Cantici: “Sostenetemi con focacce d’uva passa, rinfrancatemi con le mele, perché io sono malata d’amore

Jorge Luis Borges, dedica versi indimenticabili al vino, bevanda dell’allegria. “In quale regno o secolo e sotto quale tacita congiunzione di astri, in che giorno segreto non segnato dal marmo, nacque la fortunata e singolare idea di inventare l’allegria? Con autunni dorati fu inventata.


Cucina Napolitana teorico-pratica
Ippolito Cavalcanti – 1852
La Cucina teorica-pratica, rimarrà, per le sue peculiarità, una pietra miliare della letteratura gastronomica italiana. L’autore, Ippolito Cavalcanti, è un appassionato di gastronomia. Non un semplice appassionato, come tanti, ma uno colto e spigliato. Ma è anche un’ironico uomo di mondo che alla conclusione del suo lavoro scrive: “È fenuto pe Grazia de Dio.”
Il trattato riveste una notevole importanza dal punto di vista storico perché vi sono riportate alcune delle ricette più diffuse nella moderna cucina italiana ed è di piacevole ed interessante lettura anche perchè, oltre le ricette, spazia su tanti temi della cucina.

La vera Cuciniera Genovese
Emanuele Rossi – 1865
Un percorso gastronomico nella Genova dell’Ottocento per scoprire e comprendere attraverso ingredienti, strumenti e procedimenti, la vera cucina del tempo che un po’ come oggi, prediligeva la dieta mediterranea.
A differenza di un ricettario moderno, che suddividerebbe le ricette in base agli ingredienti o al tipo di portata, è interessante come qui siano catalogate in base al “magro” o al “grasso”. Ad esempio, c’è una sezione dedicata ai “lessi di grasso”, con manzo, vitello, cappone e maiale, e una sezione “lessi di grasso” con ricette di pesce, baccalà, funghi, patate e castagne.

La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene
Pellegrino Artusi – 1891
Artusi è stato il primo, dai tempi di Scappi, il cuoco «segreto» del Papa nel cinquecento, a cercare di far dialogare fra loro i vari dialetti gastronomici italiani.
È stato anche il primo, con fermezza ma educazione, a lanciare la controffensiva contro il predominio francese in cucina, osservando con nonchalance che «la cucina italiana […] può rivaleggiare con quella francese, e in qualche modo la supera».

Cucina di guerra
Anonimo – 1916
“Chi ha compilalo questa raccolta di ricette economiche, allo scopo di venire in aiuto alle donne italiane — costrette dalle esigenze della guerra — a modificare le abitudini delle loro famiglie ed a quello ancor più alto e complesso, di portare un piccolo contributo all’ economia nazionale — sia col risparmio delle carni che con quello del combustibile — ha desiderato che il modesto suo lavoro venisse diffuso a mezzo del Comitato di Assistenza per i Mutilati in Guerra, volendo così affermare quel sentimento di solidarietà coi nostri eroici soldati che oltre confine difendono la giustizia ed il diritto e quello di mutualità che tutti ci unisce e ci anima per la resistenza ed il bene del nostro paese.”