Dalla Russia per esplorare il Pacifico
VIAGGIO INTORNO AL MONDO FATTO NEGLI ANNI 1803-4-5 e 1806
D’ordine di S. M. Imp. ALESSANDRO PRIMO
Imperatore di Russia
dal Capitano della Marina Imp.
A. G. DI KRUSENSTERN
La prima circumnavigazione russa che coinvolse due navi, Nadežda e Neva comandate da Adam Johann von Krusenstern, (per la prima volta navi russe si spingevano nell’Oceano aperto, superavano la linea dell’equatore e tornavano a casa dopo aver fatto il giro del mondo) portò a una migliore conoscenza delle Marchesi e delle Hawaii e alla mappatura di diversi settori del Pacifico settentrionale; fu un’esperienza straordinaria per gli ufficiali che vi presero parte, alcuni dei quali sarebbero stati protagonisti di altre spedizioni, come Otto von Kotzebue (che comandò due circumnavigazioni tra il 1823 e il 1826) e Fabian von Bellingshausen, lo scopritore dell’Antartide.
“Alle 3 ore crebbe di tanto la vicinanza del turbine, che gli scopamari, che erano le sole vele che avevamo fuori, furono lacerati in un momento: nulla può essere paragonato al furore di quella tempesta: per quanto avessi sentito dire dei Tifoni sulle coste della China e del Giappone, pure questa burrasca sorpassò ogni mio credere. Il descriverla è del poeta, io mi ristringo a raccontare gli effetti che ella produsse sul vascello. Non fu più possibile di metter fuori nè uno scopamare, nè un fiocco anche a due terzaruoli, e il bastimento si rimase assolutamente abbandonato alle onde che andavano ad una straordinaria altezza, ed io m’aspettavo ogni momento di vedere spezzarsi gli alberi. Quello poi che dava a comprendere qual fosse lo stato dell’atmosfera era l’abbassamento straordinario del barometro. (…)”
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“Finché duravano interi gli alberi io non temeva per la nave, ma eravamo in un pericolo assai maggiore, che però era noto solo a me, e a pochi altri. Il vento E. S. E. faceva andare il vascello alla deriva dritto contro la costa, dalla quale potevamo essere poco lontani. Un urto solo sarebbe bastato per metterle in pezzi, e in una gran burrasca di quella violenza non vi sarebbe certo stato modo di salvare neppure un uomo: tutto era perduto; e solo il cambiarsi il vento poteva toglierci dal pericolo. Alle otto ore della sera il vento girò da E. S. E. a O. S. E. e noi eravamo in perfetta sicurezza. Nel cambiamento repentino del vento un’onda battendo sulla poppa, ne strappò, e distrusse la galleria a sinistra e inondò la mia camera a tre piedi d’altezza. Così andarono rovinate, e guaste quasi tutte le mie carte e i miei libri. Questo critico momento fu preceduto da una calma perfetta, che per fortuna durò solo pochi minuti: poi però profittammo per tendere una veletta all’albero di mezzana, onde il vascello potesse almeno sostenersi contro il vento. Avevamo appena finito che ricominciò a infuriare il vento nella nuova sua direzione. Alle dieci ore finalmente parve che cominciasse a cedere la burrasca, e ricomparve il mercurio del barometro, sicuro segno che la tempesta era per finire.”
Un diario di viaggio lungo quasi 4 anni: da Kronstadt nel mar Baltico a Madera e poi a Capo Horn, poi la Polinesia, per arrivare all’obiettivo di portare un’ambasciata in Giappone e da la in Kamchatka studiando l’isola di Sachalin, le Kurili e le Aleutine. La sosta in Cina, il passaggio per lo stretto di Malacca, il Capo di Buona Speranza, Sant’Elena e poi di nuovo in Europa passando a nord della Gran Bretagna ed infine il rientro in patria a Konstdadt.
Forse è l’ultimo dei grandi viaggi iniziati con Lord Anson, che hanno portato nella seconda metà del ‘700 a conoscere il Pacifico e a disegnarne con una certa precisione la Geografia dell’Oceano grande, ma forse è anche il primo dei grandi viaggi dei Russi anche se certamente era stato preceduto da Bering, Šelichov, Laptev, Čirikov e Čeljuskin che arrivarono a scoprire le Aleutine e l’Alaska ma che erano partiti da Ochotsk in Siberia.
Un libro fondamentale, con delle pagine stupende, inframezzato da tante (forse troppe per noi) note tecniche (misurazioni di latitudine e longitudine, correzione di carte geografiche anteriori, fasi lunari, etc.) che però per chi non fosse interessato si possono saltare tranquillamente.
E’ per questo che abbiamo riunito i quattro tomi dell’edizione italiana del 1830 in un solo libro.
Immagine: Porto di St Paul sull’isola di Cadiack, sloop russo Neva
– Disegnato da Capt Lisiansky, inciso da I. Clark.
– Pubblicato da John Booth, Duke Street, Portland Place, Londra, 1 marzo 1814