ed al tuo nome sia monumento perenne una delle principali cime del Rosa …
Nozioni Topografiche del
Monte Rosa
ED ASCENSIONI SU DI ESSO
di Giovanni Gnifetti
Paroco d’Alagna
Il Monte Rosa è quella superba montagna, che, quale Regina in mezzo le Alpi Pennine, erge ed innalza altiera le sue vette nelle regioni che ha comuni colle nubi, e presiede, per la felice posizione nella quale sopra le altre si estolle, qual vigile sentinella a parecchie provincie e regni.
E quindi io sarei d’avviso non esservi posizione nè in Europa, nè forse in verun continente del globo, più felice di quella del Monte Rosa onde godere di un orizzonte più spazioso ed esteso, e quasi interminabile, quale si fruisce e si abbraccia da questa sommità.
“Nozioni topografiche del Monte Rosa” ripropone le osservazioni dell’alpinista di Alagna don Giovanni Gnifetti (1801-1867), curato della medesima località valsesiana e tuttora ricordato dalla toponomastica del Monte Rosa, dall’omonima Capanna, dal Colle e dalla Punta che portano ancora il suo nome.
Scritto in un italiano prettamente ottocentesto è di facile e perfino divertente lettura, ricostruisce le tappe della sua vocazione alpinistica. Se dagli anni più verdi una passione istintiva per la montagna lo aveva spinto a salire le pendici dei monti, fu tuttavia la lettura “con non ordinaria avidità e piacere” dei resoconti delle ascensioni del gressonese J. Zumstein ad alcune importanti cime del gruppo del Rosa, a fargli nascere il desiderio di calcare le più alte vette. Un ruolo non irrilevante dovette poi giocarlo lo spirito di emulazione nei confronti di quei compaesani che avevano legato il loro nome a qualche cima. Infatti tutto il periodo pionieristico dell’esplorazione e della scoperta del massiccio del Rosa può essere letto alla luce della rivalità che contrappose alpigiani di Gressoney e di Alagna.
Già nel 1778, prima ancora dunque della salita al monte Bianco con cui suole aprirsi la storia dell’alpinismo (agosto 1786), un gruppo di gressonesi si era spinto fino al colle del Lys (4248 m). Dopo le esplorazioni del naturalista ginevrino H. B. de Saussure, la replica alagnese era giunta dal medico P. Giordani che aveva salito, da solo, la punta posta a 4046 m che avrebbe preso il suo nome. Le ascensioni nel 1819 del gressonese J. Vincent alla piramide omonima (4215 m), e soprattutto la scoperta della via che conduce al cerchio sommitale più alto con l’ascensione alla punta Zumstein (4561 m), attendevano negli anni Trenta ancora risposta.
Un primo tentativo venne condotto nell’estate del 1834, quando una comitiva guidata dallo Gnifetti e composta da quattro alagnesi adeguatamente equipaggiati e forniti di abbondante scorta di viveri, giunse poco oltre quota 4100, ma fu costretta a rinunciare per disturbi dovuti all’altitudine e all’incauto consumo di alcolici di conforto. Meno comprensibile appare la motivazione addotta per il fallimento, due anni dopo, della seconda spedizione diretta alla cosiddetta punta del Segnale (Signalkuppe), la cima più alta del territorio di Alagna, che lo Zumstein aveva individuato come ideale punto per una misurazione trigonometrica. Giunti in condizioni meteorologiche ideali a mezz’ora soltanto dalla vetta, il parroco e i suoi compaesani si resero conto di aver dimenticato i ramponi (“graffi”) e gli attrezzi ferrati indispensabili per incidere il ghiaccio. Nel 1839 un terzo tentativo fu frustrato dalle avverse condizioni del tempo.
Poi finalmente la conquista della vetta…
Il Teologo Farinetti adunque volle per sè l’onore dell’impresa, e facendosi sgabello del dorso del Giordani Giovanni, a poco a poco s’inerpicò sul noto orrido obelisco, e sul cocuzzo del medesimo arrivò alfine non senza tremare, vedendosi di colà sull’ultimo ciglione del precipizio spaventevole, che, come dissi, s’inabissa dal lato di Alagna.
Alle ore dodici e mezzo del giorno 9 agosto 1842 si piantava dal Farinetti sportagli dai fratelli Giordani la bandiera rossa ….
Il Teologo Farinetti, nel 1867, terminava il necrologio di Gnifetti con queste parole:
“… ed al tuo nome sia monumento perenne una delle principali cime del Rosa, che fosti il primo ad ascendere, e che a buon diritto, invece di Signal-Kuppe dovrebbe da te intitolarsi punta Gnifetti!”
Immagine: Leonardo BAZZARO (Milano, 1853-1937) – Scena alpestre