
Il Ruwenzori o le Montagne della Luna
S. A. R. IL PRINCIPE LUIGI AMEDEO DI SAVOIA
DUCA DEGLI ABRUZZI
Il Ruwenzori
VIAGGIO DI ESPLORAZIONE
E PRIME ASCENSIONI
DELLE PIÙ ALTE VETTE NELLA CATENA NEVOSA
SITUATA FRA I GRANDI LAGHI EQUATORIALI DELL’AFRICA CENTRALE
Relazione del Dott. FILIPPO DE FILIPPI lustrata da VITTORIO SELLA, Membro della Spedizione
Dove avevano fallito esploratori inglesi come Henry Stanley riuscì Luigi Amedeo di Savoia che già aveva raggiunto i 5.849 metri del Sant’Elia in Alaska guidato la spedizione al Polo Nord e si preparava ad assaltare il K2. Cent’anni or sono il suo obiettivo era un massiccio innevato nel cuore dell’Africa al confine tra Uganda e Congo. I ghiacci perenni che svettano sulla linea dell’equatore alimentano i laghi Alberto e Vittoria e il “grande padre” Nilo: quelle che il geografo Tolomeo nel secondo secolo dopo Cristo aveva battezzato “Montagne della luna”, mentre il popolo Bakonjo le chiama Ruwenzori (“monti della pioggia” perché sempre avvolti dalle nubi), sono la mamma dell’Africa. Tra poesia e nebbie al culmine di una spedizione durata tre mesi, il figlio del primo Duca d’Aosta conquistò i 5.119 metri della vetta, dandole il nome della regina Margherita, come la cima del Monte Rosa.
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Nel 1906 Luigi Amedeo di Savoia, dopo un anno di preparativi per la spedizione al massiccio africano del Ruwenzori, salpò da Napoli appena dieci giorni dopo l’eruzione del Vesuvio. La nave ormeggiata era carica dei materiali necessari per affrontare il gelo delle altitudini e il caldo tropicale; i membri (le guide Ollier, Brocherel e Petigax padre e figlio, il capitano Cagni, il geologo Roccati, il meteorologo Winspeare, il medico Cavalli Molinelli, il fotografo Sella con l’assistente Botta) erano a bordo pronti a partire.
Scarica in pdf | Carta itineraria della spedizione di S.A.R Duca degli Abruzzi Da Mombasa al Ruwenzori – Maggio Agosto 1906 |
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Il 4 maggio la nave arrivò a Mombasa. Si raggiunse prima Port Florence con il treno, poi Entebbe con un battello. La carovana di oltre quattrocento persone, tra portatori ed ascari, si incamminò verso le montagne, che si scorgeranno due settimane dopo, a Fort Portal. All’inizio di giugno il campo base venne stabilito a 3798 m, ma la pioggia non dà tregua al gruppo di esploratori. Infine, una schiarita permette di raggiungere un ghiacciaio a 4516 m. Successivamente si conquistarono Punta Alessandra (5105 m) e Punta Margherita (5125 m). La straordinaria impresa alpinistica venne accompagnata da una sistematica esplorazione, anche topografica e fotografica del Ruwenzori, studiato dal punto di vista geologico, botanico e climatico.
Immagine: Le vette massime del Ruwenzori – Foto di Vittorio Sella

