La Spedizione Polaris e la Zattera di ghiaccio
di Giorgio Tyson
La spedizione Polaris del 1871-1873 fu uno dei primi seri tentativi di raggiungere il Polo Nord. Finanziata dal governo degli Stati Uniti, il notevole risultato della spedizione fu il raggiungere in nave gli 82° 29′ N; un record per l’epoca.
La spedizione era comandata dall’esperto e autodidatta esploratore artico Charles Francis Hall, che aveva precedentemente vissuto tra gli Inuit nella regione artica durante i precedenti tentativi di determinare il destino della perduta spedizione di Franklin del 1845.
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Hall possedeva le necessarie capacità di sopravvivenza, ma mancava di un background accademico e non aveva esperienza nella guida di uomini o nel comando di una nave. Era riuscito ad assicurarsi la posizione di comandante della spedizione in base alla sua autorità in materia di Artico.
La Polaris partì da New York City nel giugno 1871. Appena iniziata, la spedizione si trovò già ostacolata da una scarsa leadership. L’insubordinazione incombeva, principalmente su istigazione del capo scienziato Emil Bessels e del meteorologo Frederick Meyer, entrambi tedeschi, che disprezzavano quello che percepivano come il loro comandante non qualificato. Bessels e Meyer furono affiancati dalla metà tedesca dell’equipaggio, aumentando ulteriormente la tensione in un gruppo di uomini già divisi per nazionalità.
Nell’ottobre 1871, la spedizione stava svernando a Thank God Harbour, in Groenlandia, e stava facendo i preparativi per il viaggio al Polo. Hall si ammalò improvvisamente e morì, accusando i membri del suo equipaggio – in particolare Bessels – di aver orchestrato il suo omicidio.
Abbandonato l’obiettivo principale della spedizione, Polaris navigò a sud verso casa. Nello Smith Sound, a ovest del ghiacciaio Humboldt, si incagliò su un iceberg poco profondo e non poté essere liberata. Nella notte del 15 ottobre, con un iceberg che minacciava la nave, Schuman riferì che l’acqua stava entrando e le pompe non riuscivano a tenere il passo. Budington ordinò che il carico fosse gettato sul ghiaccio per sostenere la nave.
Alcuni membri dell’equipaggio erano sul ghiaccio circostante durante la notte quando si è verificata la rottura del banco di ghiaccio. Quando arrivò il mattino, il gruppo, composto da Tyson, Meyer, sei marinai, il cuoco, lo steward e tutti gli Inuit, si ritrovarono bloccati su un lastrone di ghiaccio. I naufraghi potevano vedere la Polaris a una distanza da 13 a 16 km, ma i tentativi di attirare l’attenzione della nave con un grande drappo nero erano inutili.
La Zattera di Ghiaccio è il crudo racconto dell’incredibile e dura vicissitudine degli uomini, donne e bambini alla deriva su un lastrone di ghiaccio; lo scrive il luogotenente George Tyson, che si è trovato a comandare questo disperato gruppo di sopravvissuti che dopo sei mesi di fame, freddo e costanti pericoli, si salvarono.
Un racconto avvincente ed unico nel suo genere
Immagine: Voyage of the Polaris (1875), by William Bradford