Viaggi

Il viaggio della “Liberdade”

Joshua Slocum

Joshua Slocum (1844-1909), fu un leggendario navigatore, famoso per essere stato il primo uomo ad aver circumnavigato il globo in solitario (raccontato nel suo libro più celebre, Sailing Alone Around the World). Questo viaggio della Liberdade è la sua “prequel”, un’avventura altrettanto incredibile ma meno nota.

Immaginate di trovarvi bloccati a migliaia di chilometri da casa, in un paese straniero, dopo un naufragio disastroso. Non avete soldi, non avete una nave, ma avete una famiglia da portare in salvo. Cosa fareste?

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Nella prima parte del libro il racconto avvincente di un viaggio commerciale in Brasile che Slocum intraprese, come capitano, con la moglie e i due figli. Ci sono tempeste e naufragi, febbri e quarantene, equipaggi ammutinati e autorità portuali irritabili, per non parlare di una rivoluzione. In tutto questo, Slocum e la sua famiglia riescono a far andare le cose per il verso giusto.

Trascorremmo il Natale del 1887 a Guarakasava. La nave a palo fu caricata poco dopo, e mentre procedeva attraverso la baia, dove correnti e vento la presero in trappola vicino a una pericolosa secca, mancò la virata e si incagliò.

Slocum si trova in Brasile con la sua famiglia (la moglie Virginia, il figlio Victor e il piccolo Garfield) dopo il naufragio della sua nave, l’Aquidneck. Sono senza un mezzo per tornare a casa negli Stati Uniti. Invece di arrendersi, Slocum decide di fare l’impensabile: costruire una nuova barca con i resti dell’Aquidneck e legname recuperato. Un gesto di pura disperazione e geniale intraprendenza. Poi la costruzione della Liberdade ed il ritorno a casa, in America.

Per cominciare, avevamo un’ascia, un’accetta e due seghe, una trivella da 1/2 pollice, una da 6/8 e una da 3/8 pollici; due grandi aghi da vela, che convertimmo in punte per chiodi; uno strumento da cordame, che serviva da punteruolo; e, il più prezioso di tutti, una lima che trovammo in una vecchia sacca da vela portata a riva dalle onde. Una squadra la facemmo facilmente. Due stecche di bambù servirono da compassi. Il carbone, pestato fine come farina e miscelato in acqua, prese il posto del gesso per la tracciatura; quest’ultimo lo avevamo a portata di mano.

Oltre il notevole interesse per chi naviga, ci sono splendide narrazioni che coinvolgono le persone incontrate lungo il percorso, oltre a piacevoli descrizioni dei porti in cui hanno fatto scalo. Alla fine, il loro figlio più piccolo salta dalla loro “canoa”, la Liberdade, al molo nel bacino del Potomac a Washington DC, dove finisce il loro viaggio.

Ma la Libertade è una nave? No. Una canoa? neanche direi, anche se Slocum la definisce così. Sicuramente è un’imbarcazione a vela che ha viaggiato dal Brasile, attraverso i Caraibi, e poi dallo stato della Carolina per paludi e fiumi fino a Washington. Una sorta di “canoa” o “scialuppa” lunga 21 piedi, costruita a mano, con una forma particolare (a punta alle estremità e con fondo piatto).

Immagine: Yoshua Slocum, con la famiglia a bordo della Liberdade (la moglie Hanrietta, ed i figli Garfield e Victor).

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