
Osteria – Guida spirituale delle osterie italiane
di Hans Barth
Prefazione di Gabriele D’Annunzio
Giuseppe Antonio Borgese, in un articolo apparso su La Stampa, il 6 dicembre 1908, la definiva una sorta di “apoteosi gargantuesca della terra del vino, pellegrinaggio d’un Bacco barbarico verso la terra dell’ebrietà solare”.
Il libro, pubblicato in Germania nel 1908 e tradotto in italiano nel 1909, non è solo la prima guida enogastronomica italiana. E’ anche una guida per viaggiare nel nostro Paese, accompagnati da un cronista d’eccezione, Hans Barth (che fu giornalista e storico), ed è la guida di un’Italia scomparsa osservata da un eccentrico punto di vista: l’osteria.
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Queste pagine sono inoltre la testimonianza sontuosa e al tempo stesso originale, dell’amore dell’autore per la nazione che lo ha ospitato per oltre quarant’anni. (Enrico Di Carlo)
D’Annunzio aveva fiutato il carattere innovativo del lavoro di Barth, che ebbe un successo di pubblico straordinario, e fece una prefazione “alcolica” che volle prima pubblicare sul Corriere della Sera.
Il libro rispecchia la personalità poliedrica e sui generis dell’autore, che non fece mai mistero della sua passione per la buona tavola, alimentata pasteggiando nelle osterie del nostro Paese. Oltre trecento i locali visitati da Verona a Capri, tra osterie, bar, taverne e birrerie, con una congerie di informazioni su cibi, vini, sughi, clienti.
Si disegnano così i contorni di una guida spirituale, che guarda ai piatti quanto alle persone, nel tentativo di scandire le tappe di un diario di viaggio nella quotidianità, senza rinunciare all’aneddotica colta e raffinata.
Particolarmente sviluppato ed emozionante per i “Romani de Roma”, è il racconto delle innumerevoli osterie in centro e fuori porta; cerchiamone i resti e beviamo un bicchiere nel ricordo di ciò che non abbiamo mai conosciuto in maniera così piena.
Immagine: Raffaello Sorbi – (1844–1931) – Il pranzo dei cacciatori

