Da Capua a Caserta

di Salvatore Di Giacomo

Capua, antica capitale della Campania, secondo Cicerone nel I secolo a.C. fu, tra le città italiche, seconda solo a Roma. Egli la definì, infatti, “altera Roma” (“seconda Roma”). Tito Livio descrive la Capua del IV secolo a.C. come la più grande e ricca città d’Italia.

“… le furono da Roma conferiti l’onore della cittadinanza e la qualità di Munifica; con quelle di Roma vide imparentate le nobili sue famiglie, alcune delle quali fin congiunte con le senatorie….”

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“Da Santamaria di Capua — la piccola e operosa città di Terra di Lavoro — a Sant’Angelo in Formis è un tratto di quasi mezz’ora di carrozza…. La piccola vettura da nolo corre via per una strada che s’allunga in linea retta verso Capua. Passa davanti all’anfiteatro campano — una mole nerastra che s’erge, come una collinetta, dall’erba che offre pascolo tranquillo agli armenti, si lascia dietro alcuni rozzi casolari e qualche vetriera”

“… attorno alle pendici di questi monti Tifatini e proprio al cospetto del tempio di Diana, che biancheggiava dall’alto con le sue marmoree colonne, combatterono ferocemente le schiere di Silla e di Mario: ancora, nell’ottobre del 1860, qui Garibaldi decise della sorte di Napoli e dispose dell’annessione delle Due Sicilie al nuovo Regno d’Italia…”

Un piccolo viaggio in una grande ed antica terra, accompagnati dal grande poeta Salvatore di Giacomo: un testo pubblicato nel 1907. Buona lettura!

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Immagine: Il Ponte Margherita di Jacob Philipp Hackert