
Viaggio di una viennese in Terra Santa
Lungo il Danubio, a Costantinopoli, in Terra Santa, Egitto e Italia.
di Ida Pfeiffer
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«Per prima cosa ero donna e dovevo viaggiare sola, mi affidavo alla mia età (avevo 45 anni), al mio coraggio e alla grande indipendenza che avevo acquisito alla dura scuola della vita. Negli anni sono stata costretta a mantenere non solo i miei figli, ma talora anche mio marito. Riguardo al denaro, ero perciò decisa a praticare la più rigida economia.»
Nasce a Vienna nel 1797, nel 1820 sposa l’avvocato Mark Anton Pfeiffer e descrive così questo periodo:
«Dio solo sa quello che ho dovuto sopportare per diciotto anni di matrimonio […] Dovevo occuparmi di ogni cura della casa, soffrivo il freddo e la fame, lavoravo di nascosto per guadagnare qualcosa […]»
Il 22 marzo 1842, all’età di 44 anni, Ida lascia Vienna per affrontare il suo primo grande viaggio che la porterà in Terrasanta, probabilmente perché il pellegrinaggio era allora per una donna l’opzione di spostamento e l’itinerario più facilmente giustificabile. Da questa prima partenza fino alla morte, accumulerà migliaia di miglia via mare e terra, diventando la più grande viaggiatrice dell’Ottocento.
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«Non rimango tranquilla in un luogo, sono in perpetuo movimento», scrive nel 1852 Ida Laura Reyer Pfeiffer.
Quello che vi presentiamo, è il suo primo viaggio: nell’arco di nove mesi discende in battello a vapore il Danubio, giunge in Turchia, Libano e Palestina, per poi proseguire verso l’Egitto attraverso l’istmo di Suez, Malta e Italia, che risale passando per Palermo, Napoli, Roma, Firenze e Bologna. Questa prima avventura finisce in un diario di viaggio pubblicato l’anno dopo con il titolo Reise einer Wienerin in das Heilige Land (Viaggio di una viennese in Terra Santa).
«Pensare a una donna che si avventura da sola, senza alcuna protezione, nel vasto mondo, attraverso mare e montagne e pianure – era semplicemente assurdo.»
Nel 1845 è la volta di Islanda, Norvegia e Svezia. Anche da questo viaggio scaturisce una pubblicazione, dal titolo Reise nach dem skandinavischen Norden (Viaggio nel nord scandinavo).
Il terzo viaggio dura da maggio 1846 a novembre 1848; inizia da Amburgo, arriva a Rio de Janeiro, doppia Capo Horn, giunge a Valparaiso, Tahiti, Macao, Hong Kong, Canton, Singapore, Ceylon, Benares, Mar Nero, Costantinopoli, Grecia, Vienna. Il diario di questo primo giro del mondo esce nel 1850: Eine Frauenfahrt um die Welt (Il viaggio di una donna intorno al mondo).
Il quarto viaggio sarà un secondo giro del mondo nel senso opposto della durata di quattro anni, toccando Londra, Città del Capo fino all’arcipelago della Sonda e al Borneo, Giava e Celebes, e la California; il resoconto avviene in quattro volumi: Meine zweite Weltreise (Il mio secondo viaggio intorno al mondo).
«Rabbrividii, ma non potei fare a meno di chiedermi se, dopotutto, noi europei non siamo in realtà altrettanto cattivi o addirittura peggiori di questi selvaggi tanto disprezzati? Non è forse ogni pagina della nostra storia piena di orribili atti di tradimento e omicidio?… Vorrei passare più tempo tra i Dayak liberi poiché li ho trovati, senza eccezione, onesti, di buon carattere e modesti nel loro comportamento. Sono incline a considerarli, sotto questi aspetti, al di sopra di tutte le razze che ho mai conosciuto.»
I riconoscimenti che la viaggiatrice ottiene in vita sono parecchi e tra questi si ricordano quelli di Alexander von Humboldt che riconosce la sua capacità di divulgatrice di temi geografici.

Immagini: dal testo originale

