Viaggi

Nell’America Meridionale (Brasile – Uruguay- Argentina)

di Gina Lombroso

“Non c’è in verità una Rio. Ci sono molte Rio, differenti le une dalle altre, riunite solo dalla comunanza del nome, dalla vicinanza degli edifici.”

A fine maggio 1907 Gina Lombroso accompagnò il marito Guglielmo Ferrero in America Latina. In sei mesi visitarono Argentina, Uruguay e Brasile e, nell’occasione, fece alcune corrispondenze per la Gazzetta del popolo e per l’Avanti! pubblicando successivamente, nel 1908, il libro Nell’America meridionale.

“Voi potete essere mille volte preparati ad ammirare la baja di Rio dalle descrizioni o dalle fotografie in tutti i minimi particolari; ma quando la vedete davvero, ne restate abbagliati, estasiati, confusi. In che consiste la bellezza di questa baja? Credo sia nella variabilità delle sue terre, del suo suolo e delle sue acque.”

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Il testo, piacevole da leggere, alterna delle splendide pagine che descrivono la natura, le città e le atmosfere, ad altre pagine che entrano nella cultura e nelle diverse istituzioni di quei paesi di allora (organizzazione delle produzioni, governo delle città, educazione, sanità, teatri, cultura, etc.) e … condizione femminile.

Buenos Aires, la capitale dello Stato, personifica assai bene la modernità recente, la giovinezza rigogliosa e spensierata della nuova Argentina. Niente corrisponde meno di Buenos Aires all’idea che noi ci facciamo di una città americana, e niente invece la personifica meglio. Niente risponde di meno, perchè noi entrando in un nuovo mondo, ingenuamente ci immaginiamo di dover trovare qualche cosa che segnali il fatto della distanza, magari i corali degli Indi o le capanne dei neri, mentre invece si è trasportati in una città completamente moderna ed europea. Niente invece personifica meglio le città sud-americane, perchè, come Buenos Aires, quasi tutte sono l’espressione della modernità e dell’europeismo più recente e ben poche hanno qualche cosa dell’esotico e dello strano che noi ci aspettiamo dopo venti giorni di viaggio.

Gina Lombroso, laureata in lettere ed in medicina, figlia di Cesare Lombroso, nel raccontare entra spesso nel mondo del pensiero e della cultura scientifica con il quale aveva attivamente collaborato e che, in alcune analisi e giudizi, appare lontano dal nostro modo di pensare attuale.

Si spostano in treno o in nave, qualche volta a piedi o a cavallo per visitare le zone più interne. Tra luglio e novembre saranno a Rosario, Córdoba, San Miguel de Tucumán, Santiago del Estero e Mendoza in Argentina; a Montevideo in Uruguay; a Rio de Janeiro, San Paolo e Belo Horizonte in Brasile. Per Gina Lombroso è l’occasione di dedicarsi a una vasta indagine sulle condizioni di carceri e manicomi, in alcuni dei quali si applicano le idee del padre, ma anche scuole.

Un libro interessante e che incuriosisce. Un diverso modo di viaggiare e di raccontare il viaggio.

Immagine: El juego del pato – Angel Della Valle (1852-1903)



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