
Otto mesi nel Gran Ciacco (Chaco)
di Giovanni Pelleschi
1881 – Viaggio lungo il Rio Bermejo – Tucuman e Mendoza – Repubblica Argentina
Giovanni Pelleschi, nato a Follonica (1845-1922), ingegnere, nel 1874 emigrò in Argentina, dove lavorò nel dipartimento nazionale delle opere pubbliche sotto la direzione dell’ingegnere italiano Pompeo Moneta, occupandosi in particolare della linea ferroviaria fra Andalgalà ed Aconnquija. Nel 1877 ricevette l’incarico di guidare una spedizione nel Chaco per studiare il corso del fiume Bermejo e valutarne la navigabilità.
Questo è il racconto di quel duro e affascinante viaggio fra indiani Toba e Matacchi, Ciriguani, Ciulupi, Mocoviti, Sinipies e Guaicurù, e poi yacaré (specie di coccodrilli), iguane, palometas (come i piraña), tapiri, tigri, vacche e cavalli, colibrì e condor, terremoti, ranchos, forti e tolderie, missionari, soldati, gauchos, cachiccos, señoras y caballeros, mate, copas y puros, asados, fame, sete, inondazioni e zone secche, terremoti, grandi spazi e tante zanzare….
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Il Gran Chaco, talvolta indicato semplicemente come Chaco, è una delle principali regioni geografiche del Sud America, e si estende per parte degli attuali territori di Argentina, Bolivia, Cile, Brasile e Paraguay, tra i fiumi Paraguay e Paraná e l’altopiano andino. E’ certamente una delle ultime zone esplorate del mondo.
“Siamo dunque in cammino pel Vermiglio (Bermejo); un fiume che attraversa proprio il cuore del Gran Ciacco, il territorio per quattro quinti almeno ancora in mano degli Indiani indipendenti, e navigando su pel Rio Paranà siamo arrivati dopo 1500 chilometri a nord di Buenos Ayres, là dove questo fiume, facendo a levante una gran gomitata dentro la quale, presso il vertice, siede la città di Corrientes; riceve il Paraguay, che scende diritto dall’Equatore . . .”
“L’animo si sente preoccupato a sapersi in mezzo dei selvaggi, su territorio sconosciuto e vergine dell’azione artificiosa dell’uomo, e all’idea di avere così a percorrere centinaia di leghe, ignorando ciò che lo aspetti a ogni passo; e l’occhio indaga ansioso ad ogni svolta, a ogni momento, se gli si presenti qualche rivelazione della vita, nuova e fantastica.“
Immagine: Idilio criollo (1861) – pittura ad olio di Jean Léon Pallière (1823-1877)

