Viaggi

TIROLO E TIROLESI

W. A. Baillie Groman

Siete pronti a lasciare il mondo moderno alle spalle e a immergervi in un’epoca in cui l’avventura si misurava in piedi di neve e la compagnia migliore si trovava in una rustica capanna alpina?

TYROL AND THE TYROLESE è un viaggio nel cuore selvaggio delle Alpi che abbiamo appena riscoperto e tradotto per la prima volta in italiano; è vita vissuta in mezzo ad un mondo di montanari, allevatori, malgari, cacciatori, bracconieri, contrabbandieri, ma anche di cervi, camosci, galli cedroni, solitudine, storie e leggende.

Un tesoro letterario scritto da W. A. Baillie Groman e pubblicato nel 1877 che offre uno sguardo intimo e crudo sul Tirolo di fine Ottocento. Dimenticate le guide turistiche patinate: questo libro è un’immersione nell’anima aspra e indomita di una terra e del suo popolo.

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Elogio dell’Avventura Estrema
Ciò che rende questo resoconto così affascinante è la sua onestà brutale nel descrivere la vita e le imprese in un ambiente dove la natura regna sovrana. L’autore non è un turista occasionale, ma un appassionato sportivo per metà tirolese e per metà inglese, che abbraccia le fatiche e i pericoli come parte integrante del piacere.

Abbiamo seguito le sue orme, traduzione dopo traduzione, dai boschi in cui si consuma la caccia al gallo forcello — dove il successo dipende da balzi frenetici al ritmo del “Gsatzl” dell’uccello — fino alle imprese più audaci: le ascensioni invernali.

Il racconto di caccia: Immaginate di attendere il canto del gallo forcello all’alba, cramped with the cold, wet through from lying on the snow (rattrappito dal freddo, bagnato fradicio per essere stato sdraiato sulla neve), armato solo di schnapps e determinazione. L’autore ci porta in quei momenti di adrenalina pura, come quando si ritrova a scivolare a la Tyrolese (alla Tirolese) su una slitta primitiva lungo un pendio ghiacciato, o quando un “whirr” inatteso è l’unica ricompensa per ore di congelamento.

Sfidando il Gigante nella narrazione dell’Ascensione Invernale del Grossglockner nel gennaio 1875. In un’epoca in cui le guide stesse definivano l’impresa Impossible (“Impossibile”), l’autore e le sue guide — uomini del calibro di Peter Groder — incarnano lo spirito più puro dell’alpinismo.

Il racconto è un crescendo di pericoli che lasciano senza fiato:

Il Terrore delle Valanghe: La marcia notturna interrotta dal rumbling sound (suono rimbombante) delle valanghe, enormi masse di neve che fanno “tremare e scuotere la terra stessa”. Un pericolo così imminente da far vacillare persino la guida più esperta.

Il Muro di Ghiaccio: L’orrore di scoprire la vetta completamente ricoperta di ghiaccio vivo e l’assenza di picozze. Solo un mestolo di ferro e gli affilati ramponi permettono di tagliare gradini nel ghiaccio.

Il Passaggio Fatale: La descrizione del passaggio sulla Sella tra il Klein e il Grossglockner è da brividi: camminare su un bordo not broader than nine or ten inches (non più largo di nove o dieci pollici), con precipizi di 4.000 piedi su entrambi i lati.

Uomini, Vette e Spirito Indomito
Ma “TYROL AND THE TYROLESE” è più di un semplice libro di avventure; è un omaggio alla forza titanica degli abitanti delle valli remote, uomini capaci di trasportare un cervo di tre quintali sulle spalle per ore. È un’esplorazione della dura bellezza di un Tirolo sepolto sotto cinque piedi di neve per mesi, dove le capanne alpine (come l'”Alp-hut” sepolta o la “Wurzenhütte”) diventano rifugi essenziali e l’ospitalità è calda come il fuoco appena acceso.

Al di là delle imprese, l’autore condivide il profondo senso di realizzazione: il trionfo sul freddo, sulla neve e sugli ostacoli della natura, simboleggiato dal “Juchezer” (il grido di giubilo) lanciato dalla vetta, un suono che si mescola agli echi dello sparo.

“Piacevole è ripensare a momenti come questi… Le fatiche e le privazioni… non fanno che aumentare l’esaltazione per essere riusciti nonostante il freddo, la neve, le difficoltà dell’ascesa, e tutti gli altri ostacoli che ostruiscono il sentiero del cacciatore in Tirolo.”

Questo libro è un invito a riscoprire il valore della perseveranza e a contemplare la natura umana di fronte alla grandezza delle Alpi. Se amate la montagna, l’immersione nella natura, l’alpinismo classico, i resoconti storici o semplicemente la forza delle storie ben raccontate, preparatevi: TYROL AND THE TYROLESE è un viaggio che vi cambierà la prospettiva sulla montagna.

William Adolph Baillie Grohman (1851 – 1921)

W. A. Baillie Grohman trascorse gran parte della sua giovinezza in Tirolo , in Austria, e sapeva parlare il dialetto tirolese come un nativo. Da giovane Grohmann vagava fuori dal castello di famiglia per cacciare camosci e cervi nelle alte alpi circostanti, vagando per giorni attraverso i villaggi di montagna tirolesi ancora remoti. I suoi due primi libri, Tyrol & the Tyrolese (1876) e Gaddings with a Primitive People (1878), forniscono una rara visione di prima mano delle usanze popolari tirolesi e dell’esistenza austera e isolata delle comunità di villaggi alpini preindustriali. Era un alpinista esperto e fece la prima salita invernale del Großglockner. È accreditato come uno dei primi a introdurre gli sci nel Tirolo.

Tiratore scelto e appassionato cacciatore di grossa selvaggina , viaggiò più volte nel West americano tra il 1870 e il 1880 per cacciare grossa selvaggina quando le Montagne Rocciose e gli stati montuosi si stavano aprendo agli sportivi. Il suo libro Camps in the Rockies (1882) racconta i suoi viaggi attraverso il Wyoming e l’Idaho , sia come “topshelfer” (uno sportivo ricco e pieno di agi) sia in seguito – più per il suo gusto infantile di caccia con i cacciatori di montagna tirolesi – vivendo in modo rude con trapper e nativi americani.

Baillie Grohman è stato in grado di unire la conoscenza di una vita sulla caccia sul campo con una vasta conoscenza storica dell’arte sportiva antica acquisita attraverso il suo collezionismo e la sua ricerca.

Immagine: Karl Millner – Silberhorn (1876)



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