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Narcisse Pellettier – Marinaio & Aborigeno

di V. De Rochas, C. Merland e OttoVenti

Nel settembre del 1858 la nave francese Saint Paul naufragò al largo dell’isola di Rossel, a est della Nuova Guinea, con a bordo ben 370 persone che, salvatesi su un isolotto, furono in gran parte massacrate mentre aspettavano di essere salvate.

Fra i sopravvissuti dal naufragio, meno di una dozzina di uomini si salvarono, e uno di loro era il mozzo di 14 anni Narcisse Pelletier che fu poi abbandonato a Capo York, estrema regione peninsulare nord-orientale del continente australiano nell’attuale Stato del Queensland, e che visse con il popolo Uutaalnganu per i successivi 17 anni.

La Saint Paul era una nave mercantile francese da 620 tonnellate al comando del capitano Emmanuel Pinard. Nel luglio 1858 salpò da Hong Kong con ben 350 passeggeri cinesi diretti a Sydney che avrebbero voluto tentare la fortuna nei giacimenti auriferi del Nuovo Galles del Sud. 

Il seguito romanzesco, e forse anche romantico, di questo terribile naufragio ebbe luogo nel 1875, quando il capitano della nave inglese John Bell, Joseph Frazer, ancorò a Night Island e incontrò Narcisse Pellettier che ormai aveva compiuto 32 anni.

Il testo è composto, oltre che da articoli dei giornali dell’epoca, da due importanti scritti inediti in Italia:

NAUFRAGIO E SCENE DI ANTROPOFAGIA SULL’ISOLA DI ROSSEL,
NELL’ARCIPELAGO DELLA LOUSIADE (MELANESIA),
di M.V. DE ROCHAS. (1858)

DICIASSETTE ANNI TRA I SELVAGGI
NARCISSE PELLETIER
di C. MERLAND

Una storia unica che colpì la Francia dell’epoca e che appare poco conosciuta in Italia

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