Esplorazioni,  Viaggi

VIAGGIO ALLA CIMA DEL MONBIANCO IN AGOSTO DEL 1787

di Horace-Bénédict de Saussure

Speciale Monte Bianco: culla dell’alpinismo

Un piccolo libro, ma un grande documento che va letto con ammirazione per il Monbianco, per questo scienziato e per la storia dell’alpinismo che era appena iniziata.

Geologo e fisico svizzero di Ginevra, de Saussure (1740-1799) fu anche un importante alpinista; attraversò quattordici volte le Alpi passando per diversi valichi, visitò i Vosgi, il Giura, il Delfinato, l’Olanda, l’Inghilterra, l’Italia, riportando sempre un’ampia messe di documenti e di osservazioni; egli non esitò a salire le più alte vette ogni volta che pensava di poter fare osservazioni utili alla scienza, per cui viene considerato uno dei pionieri dell’alpinismo scientifico.

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All’età di diciotto anni (nel 1758), avevo già percorso più volte le montagne più vicine a Ginevra. L’anno seguente andai a passare quindici giorni in uno degli chalet più elevati del Giura, per visitare con cura la Dôle e le montagne dei dintorni; e lo stesso anno, salii sul Môle per la prima volta. Ma queste montagne poco elevate soddisfacevano solo imperfettamente la mia curiosità: bruciavo dal desiderio di vedere da vicino le alte Alpi, che dalla cima di queste montagne sembrano così maestose; infine nel 1760, andai solo e a piedi a visitare i ghiacciai di Chamouni, poco frequentati allora, e il cui accesso passava persino per difficile e pericoloso. Ci ritornai l’anno seguente, e da allora non ho lasciato passare un solo anno senza fare grandi escursioni, e anche dei viaggi per lo studio delle montagne.

Il 3 agosto 1787 ascese la vetta del Monte Bianco (raccontato nell’ebook Viaggio alla cima del Monbianco nel 1787), ove Balmat e Paccard, due abitanti di Chamonix, erano già saliti nell’agosto dell’anno precedente spinti da un premio da lui offerto. Nella seconda ascensione sul Monte Bianco, che avvenne nell’estate del 1788 rimase diciassette giorni sul Colle del Gigante (3368 m.) e nel 1789 fece nel gruppo del Monte Rosa una serie di esperienze del più alto interesse scientifico. Nel 1792 risalì al Teodulo, da dove ascese al Piccolo Cervino e al Corno del Teodulo.

Una volta giunto in vetta, così scriveva: “I miei primi sguardi furono volti verso Chamouni, dove sapeva che la mia moglie colle sue sorelle tenevano l’occhio fisso al telescopio, seguitando tutti i miei passi, certamente con inquietudine soverchia, ma però non meno crudele; molto mi consolai quando vidi sventolare lo stendardo che aveano promesso d’innalzare qualora vedendomi giunto alla cima il loro timore sarebbe stato per lo meno sospeso. Potei allora senza rincrescimento godere del grande spettacolo che aveva sotto gli occhi.

Immagine: discesa dal Monte Bianco di de Saussure nel 1787



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