
LA SPEDIZIONE DELLA BELGICA (1897-1899)
Quindici mesi nell’Antartide
di Adrien de Gerlache de Gomery
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Guidata dal comandante belga Adrien de Gerlache de Gomery, la spedizione della nave Belgica fu la prima spedizione invernale nel continente antartico.
L’equipaggio della “Belgica“ era composto da un gruppo eterogeneo di belgi e norvegesi per lo più inesperti. Tra di loro c’era l’ancora sconosciuto Roald Amundsen, che vide la spedizione come un viaggio di studio e che successivamente conquistò per primo il Polo Sud, e l’unico membro dell’equipaggio con esperienza polare era il medico americano Frederick Cook, figura particolarmente importante anche se controversa nella storia delle spedizioni artiche.
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Da un punto di vista scientifico, il viaggio era già un successo, ma de Gerlache puntava più in alto. L’ideale sarebbe stato raggiungere il Polo Sud magnetico, o almeno stabilire un record di latitudine detenuto dal 1841 da James Clark Ross, con le sue navi “Terror” ed “Erebus”.
Ma all’inizio di marzo, la “Belgica” è avvolta dal ghiaccio e lo rimarrà per molto tempo. Inizia un’impresa incalcolabilmente pericolosa. Mai prima d’ora una nave aveva trascorso l’inverno nella notte antartica, ed inoltre. A metà maggio, il sole tramonta per l’ultima volta prima che scenda la notte dei tre mesi. Le tempeste incessanti e furiose minacciano di distruggere la nave e di far saltare i loro nervi. Gli sfregamenti del ghiaccio sul ghiaccio o, peggio ancora, del ghiaccio sullo scafo di legno rendono chiara la loro l’impotenza.
Durante la lunga notte polare, le condizioni fisiche dell’equipaggio si deteriorano rapidamente e si uniscono alla depressione mentale.
La forza morale di Cook, ed il suo carattere straordinariamente allegro è il solo punto di forza per i suoi compagni che fanno appello al suo aiuto quasi costantemente. Amundsen coglie ogni opportunità per ampliare le sue capacità e stringe un’amicizia duratura con il medico…..
Appare lo scorbuto ed in agosto, un marinaio impazzisce e rivela il desiderio di uccidere, un altro marinaio si ammala di ansia paranoica, tutto sembra sfuggire di mano.
Il 16 novembre inizia finalmente l’estate polare, ma se durante l’inverno gli uomini riuscivano a malapena a uscire dalle cuccette, ora soffrono di insonnia e compaiono nuovi sintomi di disturbi mentali.
La disperazione trova uno sbocco nell’arduo lavoro di aprire un canale attraverso i ghiacci e alla fine riescono a fuggire dalla prigione ghiacciata; fanno rotta per Punta Arenas, dove la “Belgica” arriva il 28 marzo dopo un altro quasi disastro al largo di Capo Horn.
Una storia forte e di resistenza alle avversità, ma anche di impreparazione e di presunzione; una storia però che ha aperto la strada alla conquista del Polo Sud ed ha generato una letteratura che ha recentemente prodotto un importante bestseller (Madhouse at the End of the Earth: The Belgica’s Journey into the Dark Antarctic Night di Julian Sancton), ed il fumetto La Belgica di Toni Bruno.
Vi presentiamo, tradotto da OttoVenti, il racconto della spedizione direttamente dalle parole del Comandante Adrien de Gerlache de Gomery.
Troverete un altro bel racconto della spedizione anche nell’autobiografia di Roald Amudsen: La mia vita da esploratore da noi tradotta e disponibile in un ebook gratuito
Immagine: Fotografia della nave Belgica intrappolata nei ghiacci
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