Naufragio e schiavitù
NAUFRAGIO E SCHIAVITÙ del signor di Brisson
di Pierre-Raymond de Brisson
Pierre-Raymond de Brisson, che viaggiava dalla Francia al Senegal, il 10 luglio del 1785 naufragò sulle coste di Cap-Blanc (attualmente nel nord della Mauritania, al confine con il Sahara occidentale vedi Google maps).
Il naviglio sospinto dalle correnti venne gettato sulla spiaggia ed i mori Labesseba che si aggiravano per quelle inospite regioni, non tardarono a comparire e spogliarono i naufraghi che vennero fatti prigionieri e resi schiavi.
Venduto da una tribù all’altra, attraversò i deserti con lunghe marce penose, custodendo pecore e capre, ed impiegato in lavori di ogni specie; di tratto in tratto veniva dal suo padrone ceduto ad altri per una razione di latte.
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Leggendo questo racconto, scritto dopo un paio di anni dal suo riscatto (rimase schiavo per più di un anno), inizialmente si stenta a credere che sia vero. Il testo ti coinvolge, ti fa soffrire con le sofferenze dell’autore, ti riempie di sabbia, di odore e di pidocchi. E’ crudo nelle sue descrizioni e a volte forse esasperato nei giudizi (ma uno schiavo non può che essere esasperato).
E’ stato un best seller della fine del settecento, ma recentemente riproposto in più lingue. La traduzione italiana è del 1794, mentre l’originale francese è del 1789.
Il titolo originale è: Histoire du naufrage et de la captivité de M. de Brisson ed è stato riproposto con il medesimo titolo nel 2011
In inglese: Voyages to the Coast of Africa riproposto nel 2010 con il titolo Perils and captivity
In tedesco: Geschichte des Schiffbruchs und der Gefangenschaft des Herrn von Brisson: Mit einer Beschreibung der Afrikanischen Wüsten von Senegal bis Marocco
Lo proponiamo in formato digitale, dopo averlo casualmente scoperto all’interno di un libro del 1794 pubblicato da un libraio napoletano, e dedicato al grande viaggio di un altro francese:
GIORNALE istorico DEL VIAGGIO del Signor DI LESSEPS CONSOLE DI FRANCIA dal Kamtschatka in Francia
La copertina del libro e l’immagine all’inizio dell’articolo, sono quadri di Giulio Rosati.
Immagine: Giulio Rosati (1858–1917) – Nomadi del deserto