Memorie di Giuseppe Garibaldi – dal 1807 al 1849
Scritte da Giuseppe Garibaldi
Pubblicate da Alessandro Dumas
I primi quarantadue anni della vita di Garibaldi raccontati da Garibaldi.
Marinaio figlio di marinai, spirito libero e ribelle, amante della libertà e contro ogni ingiustizia, fu mille cose nei suoi primi anni:
Nasce nel 1807, mozzo prima, poi iscritto come marinaio nel 1821, ed infine la patente di capitano nel 1832, quando aveva 25 anni.
I luoghi di Garibaldi fra il 1807 ed 1849 – su Google maps
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Precettore a Costantinopoli quando aveva poco più di vent’anni. Marinaio sulla fregata Euridice del Regno di Sardegna, nel 1834 condannato a morte e in esilio prende il nome di Giuseppe Pane e a Marsiglia salva un ragazzo ed entra in contatto con Mazzini. Poi a Rio de Janeiro, commerciante per alcuni mesi.
Entra in contatto con la Repubblica di Rio-Grande in guerra col Brasile e per conto loro inizia il suo periodo da Corsaro. Naufraga, viene gravemente ferito, si riprende dopo alcuni mesi, viene catturato, torturato e poi fugge, conosce la pampa ed i cavalli, combatte contro gli imperiali, spesso sconfitto perde tanti compagni.
Poi professore di Matematiche e agente di Commercio a Montevideo, partecipa nel difendere la città dall’assedio brasiliano, torna ad essere corsaro, costruisce navigli e nel 1839 (aveva 32 anni) a Laguna incontra Anita, nel 1840 nasce il figlio Domenico Menotti, fa esplodere la sua nave….
ln aprile del 1848 parte da Montevideo per l’Italia, dove giunge a giugno. È in corso la prima guerra d’Indipendenza, combatte in Lombardia, rientra a Nizza poi a Livorno ed infine nel 1849 combatte per la difesa della Repubblica Romana, proclamata dopo la fuga di Pio IX.
Le sue memorie che pubblichiamo terminano con la caduta della Repubblica Romana; ma le sue innumerevoli vite non terminano qui …. Anita morirà poco dopo, poi andrà a Tangeri, viaggerà negli Stati Uniti, navigherà nel Pacifico, sarà in Inghilterra, acquisterà una parte dell’isola di Caprera dove si trasferirà, combatterà con i Cacciatori delle Alpi, si imbarcherà a Quarto con i Mille, fu ferito in Aspromonte, viaggerà ancora in Inghilterra, combatterà in Trentino, ed in Francia, scriverà tre romanzi, avrà altri figli, sarà eletto Deputato, fonderà l’Ente Nazionale Protezione degli Animali (ENPA), abbraccerà la Comune di Parigi ed il Socialismo….
Una figura unica, complessa, con alcuni punti oscuri che pesano anche nella sua memoria; uno di questi è il Saccheggio di Imaruí (Imerui): così scrive Garibaldi:
1840 – Desidero, e per me e per ogni altra creatura che non ha cessato di essere uomo, di giammai ricevere un ordine simile a quello che mi era stato imposto
Che Iddio mi abbia pietà e mi perdoni! ma io giammai ebbi nella mia vita un giorno che come quello abbia lasciato nella mia anima una così amara ricordanza
Una figura che dobbiamo conoscere più profondamente; certamente l’italiano più conosciuto ed ammirato nel mondo intero. L’eroe dei due mondi.
Immagine: Giuseppe Garibaldi a Caprera – olio su tela di Vincenzo Cabianca – 1870