Narrativa

E mare, mare, mare …

Sull’Oceano

Edmondo De Amicis

E la terra non spuntava!

“E mare, mare, mare. A momenti c’era da immaginare che fossero scomparse le terre dalla superficie del globo, e che noi navigassimo sull’oceano universale, senz’approdare mai più. Non eran più le acque gialle dei giorni innanzi; ma il cielo bianco, il sole bianco, un mare che pareva un’immensa lastra di piombo, e sul piroscafo tutto quello che si toccava, scottava.”

Sull’Oceano, pubblicato nel 1889, è l’unico romanzo italiano che affronti il tema dell’emigrazione, un fenomeno di dimensioni imponenti e di portata storica tale da incidere profondamente, tra Ottocento e Novecento, sulle sorti demografiche ed economiche del nostro paese.

Nel marzo 1884 lo scrittore e giornalista Edmondo de Amicis decise di imbarcarsi su un piroscafo che trasportava in Argentina, oltre ai passeggeri che viaggiavano per affari o per diletto, anche circa 1500 nostri connazionali emigranti. Il suo scopo era quello di documentare, con un’approfondita inchiesta giornalistica, un fenomeno che stava assumendo dimensioni sempre più imponenti, e che a cavallo dei due secoli avrebbe inciso profondamente sulle sorti del nostro paese.

Da questo viaggio nacque, cinque anni più tardi, il romanzo intitolato “Sull’oceano” nel quale De Amicis, fra l’altro, annotava: “Lo spettacolo più attraente per l’uomo è sempre quello dell’anima umana.”

“È del mare quello che si dice del popolo: che quando si vede in calma, non si capisce in che modo ne possa uscire, come non par possibile che s’abbia mai a racquetare, quando si vede in furia.”

Immagine: “Emigranti” di Raffaello Gambogi – 1894

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