Esplorazioni,  Viaggi

Due estati nelle terre ghiacciate del Karakorum Orientale

di Fanny Bullock Workman e William Hunter Workman

“Abbiamo respirato l’atmosfera della montagna, bevuto le acque vorticose dei suoi ghiacciai, colmato i nostri occhi con l’incomparabile bellezza e maestosità delle sue cime torreggianti e, col passare del tempo, i suoi incantesimi hanno riaffermato il loro potere richiamandoci irresistibilmente come sirene per tornare una volta ancora in quelle regioni la cui magnificenza soddisfa pienamente il senso del bello e del sublime.”

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Esploratrice, cartografa, geografa, scalatrice, scrittrice e suffragetta: questa è Fanny Bullock Workman.

Fanny Bullock nasce l’8 gennaio 1859 a Worcester, nel Massachussets, da una famiglia agiata, studia privatamente, poi a New York, completa gli studi in Europa ed infine sposa William Hunter Workman, medico di successo.

SI trasferiscono in Germania ed a seguito di importanti eredità, affidano i due figli ad una tata e partono. Tra il 1888 e il 1893 esplorano Germania, Svizzera, Scandinavia, Francia e Italia. Fanny è la prima donna a scalare il Monte Bianco e conquista anche Jungfrau e Matterfhorn. Ma è solo l’inizio.

Alla fine dell’800 la bicicletta si va affermando sempre di più e decidono di arrivare dove nessun ciclista ha mai osato prima. Il primo viaggio su due ruote ce lo raccontano nel libro Algerian Memories. L’esperienza algerina è così entusiasmante che affrontano un altro viaggio su due ruote, questa volta nella penisola iberica, raccontato in Sketches Awheel in Modern Iberia.

Tra il 1897 e il 1898 attraversano Turchia, Siria e Palestina, raggiungono l’Africa, poi si dirigono verso l’India. In tutto percorreranno in sella più di 30.000 chilometri. Ovunque vada Fanny osserva la condizione femminile.

È il 1898 e conoscono le montagne himalayane. Nei successivi 14 anni torneranno 8 volte a conquistare cima dopo cima, ghiacciaio dopo ghiacciaio, esplorando e mappando una zona ancora quasi del tutto ignota. Pur non avendo a disposizione moderne attrezzature, i Workman riescono in imprese straordinarie e Fanny stabilisce diversi record femminili. Per uno dei quali litiga con un’altra scalatrice, Annie Smith Peck.

Nel 1911 e nel 1912 esplorano i ghiacchiai Rose e Siachen nel Baltistan, i più estesi ghiacciai subpolari dell’epoca. Impiegano due mesi durante i quali scalano diverse cime e mappano l’intera area.

Partecipano alla spedizione alcuni italiani: il dottor Cesare Calciati, che avrebbe svolto le funzioni di topografo; un assistente italiano, Dante Ferrari; Cyprien Savoye, guida; Simeon Quaizier, Cesar Chenoz ed Emile Glery, portatori, gli ultimi quattro di Courmayeur. Cesar Chenoz morì a seguito di una caduta in un crepaccio.

Questo che vi presentiamo è il libro di queste due estati di esplorazioni ed alpinismo alle più alte quote mai raggiunte allora. Il libro è scritto a due mani, quella di Fanny e quella di William. Ma Fanny scrive:

“L’obiettivo di apporre il mio nome completo in connessione con la spedizione sulla mappa non è perché io voglia in alcun modo mettermi in mostra, ma unicamente perché, nelle realizzazioni delle donne, ora e in futuro, sia noto a loro e dichiarato per iscritto che una donna è stata l’iniziatrice e la guida speciale di questa spedizione. (…) Affermando ciò, non voglio ignorare o sottovalutare la preziosa collaborazione a questa spedizione di mio marito e collaboratore, il dottor W. Hunter Workman.”

Pochi anni dopo Fanny si ammala gravemente, è il 1917. Ormai vivono a stabilmente a Cannes, i viaggi sono finiti. La malattia è lunga e se la porta via nel Gennaio del 1925 a 66 anni.

“Una deliziosa nebbia color glicine aleggiava sull’altopiano e sulle colline innevate che si innalzavano verso la vetta, facendo sembrare che le tende si trovassero in un mare viola ondeggiante, tinto d’oro. La notte era limpida e fredda, la temperatura minima era di -16°C. La mattina dopo, non appena la colonnina di mercurio è salita a -12°C, con le guide e un coolie che trasportava strumenti ci siamo incamminati verso la vetta. Dopo due ore di salita di moderati pendii innevati, fu raggiunta una cresta rocciosa che sporgeva sotto la vetta finale a 6.000 metri…”

Sopra: Foto satellitare dell’obiettivo principale dell’esplorazione: il Ghiacciao Siachen o Rose nel Karakorum orientale, in India, al confine con il Pakistan e la Cina.

Immagini: fotografie di Fanny Bullock Workman (da internet).