Vergine la natura, primitivi gli uomini, secolari le foreste …
Dieci anni in Equatoria – vol. 1°
di Gaetano Casati
Vergine la natura, primitivi gli uomini. Secolari foreste, vegetazione complessa intricata, acque copiose, sfrenate, asperità di suolo, insidie di fiere, uniforme vicenda di fenomeni — e, infine, l’uomo perduto in questo caos di ricchezza in gestazione, animato da soli istinti, in lotta continua contro tutto e tutti, e a preferenza contro il proprio simile. Tale è il nero abitante dell’Africa centrale.
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Il Capitano Gaetano Casati nacque nel 1838 in Brianza. Nel 1859, scoppiata la terza guerra d’indipendenza contro l’Austria, il Casati si arruolava nei Bersaglieri; fatta anche la campagna del 1866, quarta ed ultima dell’indipendenza, fu assegnato alla squadra topografica dell’Istituto di Livorno per la costruzione della gran Carta Militare d’Italia.
Chiamato da Romolo Gessi Pascià, partì come geografo per Khartum nel 1880 per raggiungere la provincia di Equatoria, allora governata da Emin Pascia per conto dell’Egitto (ora è una provincia del Sud Sudan).
Un uomo avanti nel tempo, che si ferma a descrivere la gente, che cerca di capire, che soffre e lotta … pur essendo un bianco in un’Africa nera che allora era terra di conquista per l’Europa e gli “Arabi”.
Alcuni brani del libro:
Cacciatore e guerriero, è noncurante del domani, restio al lavoro del suolo, con desideri limitati e poche necessità. La esplicazione della sua esistenza si compendia in lotte, in reciproca distruzione. Le guerre accumulano nuove cause di odio fra le tribù; e questo, già tradizionale, diventa sempre più feroce ed implacabile.
Il sentimento d’affetto pei figli, durante gli anni dell’infanzia, il rispetto degli adulti pei genitori e pei vecchi sono quasi generali. Lo sviluppo intellettuale è precoce e marcato, ma presto degenera e si limita in cerchia strettissima. Hanno fantasia sbrigliata, vivacità che tocca alla follia; cantare su mandolini, ballare, ubriacarsi, sono occupazioni giornaliere. Si festeggiano ballando le nascite; si piangono, pure ballando, le morti.
Viaggio splendido, incantevole per la grandiosità del Maqua, per la maestà della vegetazione, e l’ombra deliziosa che si spande su quelle acque, e che vi mantiene una temperatura gradevole, per l’aere leggermente agitato da fresche brezze. Scimmie irrequiete, saltellanti, in continua guerra fra loro, uccelli dagli splendidi colori, quali svolazzanti sugli alberi, quali nuotanti sulle acque, e pesci volanti, e il tuffarsi rapido dei coccodrilli, e un campo di teste di ippopotami, spruzzanti acqua in ogni direzione sulle onde maestose, tutto concorreva a formare un quadro ch’io non tento descrivere.
Immagine: Gaetano Casati, schizzo di Alphonse-Jules Wauters (1845–1916)