Viaggi

Le alte Alpi d’inverno

di Elisabeth Aubrey Le Blond / Elisabeth Hawkins-Whitshed

ovvero l’alpinismo alla ricerca della salute

Speciale Monte Bianco: culla dell’alpinismo

The High Alps in Winter” di Aubrey Le Blond (irlandese 1860-1934) è stato pubblicato nel 1883 e, sebbene abbia un valore storico significativo, non è molto conosciuto al giorno d’oggi. Mai tradotto prima in italiano, Il libro è basato sull’esperienza personale di Le Blond che descrive forse per la prima volta imprese alpinistiche invernali.

Siamo negli anni d’oro dell’inizio dell’alpinismo, il Cervino era stato scalato per la prima volta nel 1865, e Le Blonde accompagnata dalle più famose guide del tempo tenta ciò che mai era stato pensato prima d’allora, l’alpinismo invernale. Scelta come base Chamonix nell’Alta Savoia, racconta delle sue esperienze sui ghiacciai del Monte Bianco, il passaggio del Gran San Bernardo, le montagne intorno a Breuil, il Cervino ed il Monte Rosa.

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Ma la piacevolezza del libro è anche nella descrizione delle strade, dei viaggi in slitta trainati dai cavalli, dei sentieri, degli Hotel, delle “capanne” primi rifugi alpini, dei pranzi e delle cene, del freddo, del gelo, del vento, della neve buona e di quella cattiva, dei personaggi, delle guide e degli incontri. Fra questi ultimi l’incontro e il tentativo congiunto e fallito di scalare d’inverno il Monte Rosa con Vittorio Sella (1859-1943), grande alpinista e grande fotografo di montagna.

Un breve ma importante libro, un piacevole testo che apre in quel tempo un nuovo cammino sulle montagne, ma anche la conoscenza con una donna speciale che scrisse questo libro a 23 anni d’età e poi ne scrisse tanti altri che cercheremo di pubblicare.

Il libro inizia con un breve dizionarietto:

Per coloro che, pur non essendo alpinisti, si interessano a questa attività e desiderano leggere queste pagine, aggiungo la seguente spiegazione dei termini alpinistici utilizzati in questo libro:
Arête. — Cresta, o filo di coltello.
Bergschrund. — L’ultimo crepaccio prima di lasciare un ghiacciaio e passare alla roccia. I Bergschrund si trovano invariabilmente ai piedi dei couloir.
Col. — Valico tra due cime.
Couloir. — Canale, generalmente pieno di neve o ghiaccio.
Cornice. — Una cornice si forma sulle creste di molte alte montagne e colli, ed è prodotta dall’azione del vento sulla neve, che la modella in un’onda che si riversa e sporge sul pendio sottostante.
Glissade. — Scivolare. Per una glissade in piedi, la piccozza o il bastone alpino viene posto dietro, in posizione obliqua, e vi si appoggia con forza. Per una glissade seduta, viene utilizzato quasi nello stesso modo. A quest’ultima si ricorre quando la neve è troppo molle per consentire di mantenere una posizione eretta.
Ice-fall. — Cascata di ghiaccio, una massa di seracchi, prodotta dalla disuguaglianza delle rocce su cui scorre il ghiacciaio, che lo fa frantumare in blocchi di ghiaccio che spesso assumono forme fantastiche.
Moraine. — Morena. Detriti dei ghiacciai, costituiti da terra e pietre. Questi detriti vengono accumulati su ciascun lato di un ghiacciaio mentre avanza e spinti in avanti alla sua terminazione.
Serac. — Seracco. Un gigantesco blocco di ghiaccio, prodotto dalla disuguaglianza delle rocce sottostanti, che frantuma il ghiacciaio.
Schrund. — Un grande crepaccio.

Immagini:
quadro: Aiguille du Gouter in Chamonix Mont Blanc – Carl Milner 1884
foto: in parte ritoccate di Audrey Le Blonde e Vittorio Sella



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